Mamma e imprenditrice, è possibile?

Da quando è nato il mio secondo figlio, Giovanni, che ora mentre scrivo ha quattro mesi, mi sono ritrovata spesso a riflettere sulla condizione di una donna che si divide tra i suoi figli e il lavoro. Soprattutto in Italia, diventare un’imprenditrice è spesso il risultato di una serie di ostacoli incontrati durante il lavoro da dipendente, di una serie di scelte obbligate che ogni donna si ritrova costretta a fare. Ho voglia di condividere con voi qualche riflessione (non solo mia) sul tema, e darvi anche qualche piccolo consiglio in base alla mia esperienza e a quella di altre mamme.

Mamma presente o imprenditrice di successo?

Ma perché dovrei scegliere? Mi sembra assurdo ritrovarsi nella condizione di dover decidere se realizzarsi professionalmente o fare un figlio. E invece è così. Molte donne oggi si ritrovano costrette a fare una scelta forzata. Una donna che ottiene entrambe le cose è invece una donna serena e una mamma felice, stanca ma molto felice.

La gioia di avere un figlio può essere oscurata da altri problemi, da possibilità negate, da una crescita professionale che non arriverà, da una serie di rinunce, e nulla dovrebbe invece togliere luce a questo momento. Molte sono le donne che scelgono di fare impresa da sole, ma mentre prima erano spinte a farlo perchè una donna con figli aveva meno possibilità di trovare occupazione o tenersi stretta quella che aveva prima della gravidanza, oggi i motivi sono diversi. Si tratta di donne che hanno dato importanza a quella vocina che chiedeva di realizzare un progetto professionale unico e personale e che mattone su mattone hanno costruito la loro azienda.

In Inghilterra le chiamano Mompreneurs, sono le mamme imprenditrici che hanno scosso l’economia inglese, facendola impennare. In Italia invece emerge un dato estremamente curioso (e inquietante): secondo l’osservatorio sull’imprenditoria femminile di Confartigianato, pare che nonostante le imprenditrici italiane, di cui molte sono mamme, siano le più intraprendenti d’Europa, la nostra nazione è invece tra gli ultimi posti in Europa per l’occupazione delle donne con figli.

Assurdo. Siamo ai primi posti per l’imprenditoria delle mamme ma tra gli ultimi per occupazione della donna con figli in azienda, e so che questo potrebbe avere molte motivazioni, che vanno dal culturale al sociale.

Quello che resta però è che essere mamma non è un lavoro, ma assorbe tempo ed energia come se lo fosse. Ogni donna prima di fare in figlio deve porsi delle domande e poi di conseguenza fare delle scelte, ma mi sento di spronare chiunque abbia un piccolo sogno a non abbandonarlo: le due cose non sono inconciliabili. È difficile, ma non impossibile.

La mia esperienza di mamma imprenditrice

Io ho scelto di non scegliere. Ho scelto di costruire qualcosa di piccolo, coltivarlo giorno per giorno e farlo crescere, insieme alla mia famiglia. Certo, sono fortunata, ho dalla mia parte dei nonni e un compagno che collaborano a questo sogno, un’intera famiglia che fa squadra e allevia i miei pesi appena possibile, ma ci sono dei momenti difficili che stenterei a superare se non si trattasse di difendere la mia più grande passione.

Ho sempre amato i bambini: ho cominciato a fare la babysitter già in adolescenza come lavoretto estivo e anche da studentessa universitaria a Bologna racimolavo qualche extra come babysitter di una bimba che adoravo. All’epoca, quando pensavo al mio futuro, ero certa che “da grande” avrei avuto una bella famiglia con dei bambini. Poi quando dieci anni fa ho scelto di cominciare questo cammino imprenditoriale questo pensiero è stato un po’ accantonato, si è sbiadito.  La mia attività mi assorbiva talmente tanto tempo ed energie che non avrei potuto gestire altro. Tre anni fa poi è arrivata la mia Emma, come tutte le cose più belle quando meno te lo aspetti. Ho capito subito che non sarei mai stata una mamma “normale”, e forse lo ha capito anche lei al primo sguardo.

Emma era con me a soli tre mesi a Bologna, per l’inaugurazione del negozio della Scarpetta di Venere. Era con me in negozio a Sirolo, quando questo si trasformava in un vero e proprio punto vendita abbandonando i mercatini, e io le cambiavo il pannolino sopra il bancone della cassa; era con me in Olanda a poco meno di un anno, per un viaggio importante per il mio lavoro.

Ho capito che essere mamma e imprenditrice non comporta una divisione netta in compartimenti stagni. Le due cose possono integrarsi e proprio quando l’ho capito ho sentito tutti i pezzi di me stessa che andavano a posto e si mescolavano tra loro. Ho apprezzato ancora di più il fatto di essere madre, che non può e non deve essere un freno per la realizzazione personale.

Quest’anno poi è arrivato anche Giovanni e le cose si sono fatte ancora più complicate. Se prima riuscivo ad avere un minimo di organizzazione e programmazione ora è tutto scombinato e confuso. A soli due mesi Giovanni ha assistito al suo primo shooting fotografico! Era con me sui Monti Sibillini a scattare foto per la nuova collezione, e io lì tra uno scatto e l’altro ad allattarlo.

Ogni mattina Emma mi chiede: “Mamma vai a fare le scarpette per quelle signore?”

E io le rispondo: “Sì amore! Aspettano le mie scarpette colorate, a righe e a pois” e poi mi diverto a farle scegliere le fantasie e gli abbinamenti più assurdi. Così, oltre a ricordarmi il cambio per l’asilo, la borsa per Giovanni, l’asciugatrice da avviare, mi vengono anche in mente tutte le cose che devo fare in laboratorio e nel frattempo rispondo al telefono e ai vostri messaggi. Ecco perché quando mi chiamate e vi dico “Ti faccio sapere tra un po’ ” potrebbero passare anche 48 ore!

So che molte di voi conoscono bene quella sensazione di non essere mai abbastanza tranquilla, perché c’è sempre qualcosa a cui pensare o che sicuramente mi sarò dimenticata. Sono in laboratorio e penso ai miei figli, sono con i miei figli e penso alle cose da fare in laboratorio.

Sono sempre stata una sognatrice e mi sono rifiutata di applicare le logiche della grande catena alla mia azienda. Ho eliminato tutti gli intermediari gestendo tutto in prima persona, ho mantenuto dei prezzi accessibili, ma questo ha un prezzo per me.

È difficile, molto difficile, ma è la mia vita e non la cambierei per nulla al mondo. Le mie passioni mi danno la forza di affrontare qualsiasi difficoltà, per questo vi dico non abbandonate quel piccolo sogno che era lì accantonato. Nel cassetto lasciateci i calzini, tirate fuori sogni e progetti, scuotete via la polvere e spiegateli al sole.

Facciamo rete! I consigli di altre super mamme.

Scrivendo questo articolo ho anche pensato che il primo consiglio che darei ad una donna che sta per diventare mamma di un progetto o di un bimbo, o di entrambi, è fare rete. Ed è per questo che comincio io, coinvolgendo altre super mamme di cui stimo tantissimo il lavoro ma anche la forza di volontà.

Sara, MisStufi

La prima è Sara, in arte MisStufi, di Bologna. La sua piccola impresa (in tutti i sensi!) produce capi d’abbigliamento totalmente handmade “dedicati a persone meravigliose”.

Sara sta per diventare mamma per la prima volta e quando le ho chiesto com’è per lei essere quasi-mamma e imprenditrice mi ha risposto: “Proprio in questi giorni sono alle prese con la nuova collezione, la mia partecipazione ad un market importante e, nel bel mezzo dei preparativi per il Natale, la ciliegina sulla torta? Il fatto che sono all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza. Sarà anche per tutto questo che ultimamente mi sento spesso dire “Ti devi fermare e godere il tuo pancione!”. Ma cosa vuol dire? Mi dico tra me…

La verità è che per me godersi la gravidanza è riuscire a fare tutto con i miei nuovi ritmi, imparando di giorno in giorno ad ascoltare il mio corpo e capire quando riposarmi e quando potermi rimettere in piedi. Fare le stesse cose di sempre, incluso lavorare, perché amo il mio lavoro.

 Mi godo la gravidanza ogni giorno, pur facendo quello che facevo prima, non “limitandomi” ma semplicemente prendendomi cura di chi sto accudendo dentro di me e di me stessa, perché sarò una mamma, ma resto sempre una ragazza, una donna, una lavoratrice, una creativa e un’Artigiana!”

Un consiglio per una donna che vorrebbe provare a realizzare un piccolo progetto mentre aspetta un bimbo o è già mamma?

“Sicuramente dico a tutte di non farsi scoraggiare da nessuno, soprattutto da chi ti dice che dopo la nascita sarà tutto più difficile, con le solite frasi tipo “preparati, perché non dormirai più”. Perché ci si abitua a tutto, anche alla nuova routine, basta capire come impostare questa nuova e bella fase della vita, e iniziare questa avventura!”

Bianca, Brandimarte

La seconda è una super neo-mamma che ho conosciuto da poco. Lei è Bianca e la sua azienda di famiglia ha una storia lunga e bellissima. Brandimarte è un marchio storico fiorentino di artigianato che dal 1955 realizza opere in argento. La rinascita del marchio è legata proprio a Bianca, ora alla guida dell’azienda.

Alla domanda mamma e imprenditrice.. si può? Mi risponde così:

L’essere imprenditrice è di per sé essere mamma di qualcosaMamma di un progetto, un’idea, un sogno che piano piano è diventato realtà. Come quando si sogna di avere un figlio, si rimane incinta, si aspettano nove lunghi mesi che possono passare molto lenti o molto veloci a seconda delle complicazioni che si incontrano durante questo percorso…ma è l’attesa per raggiungere un bellissimo obiettivo: incontrare ciò che hai immaginato, voluto fortemente, sognato, ideato, percepito. 

Ecco perché secondo me è possibile, perché se senti di voler essere MAMMA di qualcosa, tutto si può fare.

 Diventare mamma per me è stato un arricchimento, nonostante sia capitato in un momento decisivo della mia vita lavorativa. Da due anni sognavo di vedere quelle due stanghette sull’ennesimo test di gravidanza e, anche se quasi non ci sperassi più, sapevo che sarebbe stato un grandissimo impegno perché già avevo intrapreso una carriera imprenditoriale e dentro di me ero combattuta ed impaurita. Ma ho voluto mia figlia più di ogni altra cosa al mondo e non mi interessava come avrei fatto a gestirla, ero sicura di poterle dare il massimo dell’amore che una mamma può dare al proprio figlio. Mai e poi mai mi sono preclusa di realizzare un sogno grande come questo, ovviamente spinta dal grande amore che mi ha sempre legato al mio compagno.

 Certo non è stato proprio un gioco da ragazzi…

Ho inaugurato il negozio nel centro storico di Firenze incinta di sette mesi dopo aver rilevato due anni prima il marchio storico della mia famiglia che era fallito. L’ho ripreso all’asta insieme al mio compagno che ha creduto in me e ho dato una nuova vita all’azienda, ai miei genitori che attraversavano un momento drammatico, e a me stessa poiché ho raggiunto una realizzazione grandissima che mi fa tornare a casa felice anche se stanca.

Ho passato mesi con la panciona su e giù con la macchina da un fornitore all’altro per cercare di realizzare al meglio l’idea che avevo della nuova immagine Brandimarte.

Giornate passate in un cantiere con il sorriso di chi sa dove sta andando e che non si arrende alle difficoltà di una gravidanza complicata. Brandimarte era il nome di mio nonno, lui ne fece un marchio che oggi è diventato per me non un lavoro ma un figlio. Ogni giorno mi sveglio e ringrazio per avere l’opportunità di creare, immaginare, stupire, inventare qualcosa di mio, che va avanti grazie al mio tempo, alle mie energie, ai miei sacrifici.

Ho chiamato mia figlia Vittoria, perché è arrivata in un momento dove qualsiasi altro nome non avrebbe avuto senso. Lei è diventata il motore di tutto, la benzina che mi dà la carica per andare avanti anche nei momenti dove credo di non potercela fare, colei che mi ha seguito fin da quando aveva una settimana di vita osservando il mondo con curiosità e gioia. L’ho sempre portata con me ed è una bambina molto stimolata e precoce, aperta alla vita e con il sorriso stampato in faccia.

Che consiglio daresti alle altre donne?

Credere sempre nelle proprie potenzialità. Noi donne siamo dei vulcani di energia ma questa energia può esplodere soltanto se si crede nella sua esistenza. Io non credevo di averla ma ci ho creduto e sono andata avanti stupendomi giorno per giorno della forza che avevo dentro di me.

Sicuramente non è semplice e ogni tanto capiterà di avere ripensamenti, dubbi, incertezze, scleri e sensi di colpa ma è del tutto normale e deve servire da stimolo per dare di più, per dimostrare il contrario.

Noi donne siamo molto contraddittorie alle volte ma allo stesso tempo decise, lottiamo come leonesse per alcuni ideali e i miei sono ben radicati: famiglia prima di tutto, e lavoro come passione e mezzo per permetterci di godere al meglio la vita. Credo che una mamma può essere presente a prescindere dal lavoro che fa. L’essere imprenditore non significa lavorare di più di un lavoratore dipendente anzi, io credo che la possibilità che abbiamo di gestire il tempo ci permetta di essere alle volte anche più presenti di quanto lo si creda.

Fare squadra è un altro grande segreto, circondarsi di persone positive, leali, oneste, con voglia di fare, stimolanti e…non perfette, ma nessuno lo è.

Michela, Ullalà Cappelli

La terza è Michela, che ha sempre idee creative “per la testa”. È lei che si nasconde dietro Ullalà Cappelli e tra poco diventerà una splendida mamma.

“Mi chiamo Michela, ho 31 anni e di mestiere faccio la modista. Creo cappelli, fascinators e altri sghiribizzi femminili per la testa. Tutto è nato per gioco, per poi trasformarsi in un vero e proprio lavoro. Finora sono stata questo…ma tra pochi mesi diventerò anche mamma di Miranda, la mia creazione più preziosa. Tanti clienti mi chiedono “E dopo come farai? Dovrai chiudere? O magari ti porterai la piccola in laboratorio?” e io a queste domande non so ancora come rispondere con certezza, ma sono positiva e sicura che ce la faremo. Troveremo il giusto equilibrio. 

Rassicuro loro dicendo che io e Mimì dovremo prima conoscerci, prenderci del tempo e poi capiremo insieme cosa fare. Nel primissimo periodo sarò sicuramente meno presente, perché voglio godermi ogni momento, ma poi tornerò nel mio scrigno colorato a realizzare ciò che più amo. E tutto questo sarà possibile anche perché al mio fianco ho un compagno speciale che mi ha sempre sostenuta e accompagnata, e continuerà a farlo anche da bravo papà. Al momento non ho veri e proprio consigli da dare, ma tanta positività da trasmettere! 

Elisabetta Cosmo

L’ultima è una mamma speciale, una donna forte e meravigliosamente creative che ha condiviso con me tante avventure, Elisabetta Cosmo. Elisabetta produce borse artigianali interamente realizzate a mano, trovate le sue creazioni insieme alle mie scarpette, all’interno del nostro negozio di Sirolo.

“So benissimo cosa significa intraprendere la strada dell’imprenditoria femminile in Italia, con tutte le difficoltà che si incontrano e so benissimo cosa significa farlo anche con una famiglia e soprattutto con la “compagnia” dei propri figli. Anche io come te dieci anni fa avevo un sogno, un grande sogno, dare vita ad una piccola realtà lavorativa artigianale che parlasse un po’ di me, delle mie idee, della mia creatività, della mia passione, dove il prodotto realizzato potesse essere semplicemente l’espressione concreta di una dimensione stilistica tutta mia. 

Finché si è da sole tutto è più semplice, ma poi quando l’imprenditrice sceglie di diventare madre le cose cambiano, si complicano e ti rendi conto che il tempo che prima dedicavi esclusivamente al tuo lavoro ad un certo punto devi dividerlo con l’amore che richiede crescere un figlio e solo una madre sa cosa significhi. Tante volte ho pianto, perché mi rendevo conto che il tempo che toglievo alla mia bambina era tanto, forse troppo, e temevo che un giorno me lo avrebbe fatto pesare. Oggi in verità è proprio lei a ricordarmi i bei momenti passati a Sirolo, di quanto era bello stare nel negozio della sua mamma, le serate a passeggiare con il suo babbo in attesa che chiudessi il negozio e tornare a casa insieme. È stato difficile ma l’abbiamo fatto e lei ricorda solo le cose più belle perché’ adorava quello che facevo e le piaceva tanto sapere che su tutte quelle borse c’era il nome della sua mamma.

E’ vero, come dici tu, se con un figlio è difficile con due…aiuto!!! Ma sono andata avanti comunque anche con due bambini perché’ ci credevo.

 Sono convinta che quando una donna vuole ottenere veramente qualcosa la ottiene sicuramente! Volere è potere, una frase scontata a cui però io credo molto. Questo in tutte le cose della vita, bisogna crederci fino in fondo sempre e non arrendersi alle prime difficoltà, anche se riconosco che in Italia non è semplice assolutamente realizzare un sogno come il nostro; le complicazioni sono tante e tutto è difficile ma ciò che conta è la caparbietà.”

Qualche consiglio utile

Concludo con qualche mio consiglio. La donna nasce multitasking, ecco perché so che tutte possiamo farcela e voglio condividere con voi qualche consiglio per cominciare.

 

-Fatevi subito le domande giuste. Bisogna essere molto realistiche: sono una mamma, riuscirò a gestire tutto questo? Quanto tempo avrò a disposizione? Il mio progetto è realizzabile e concreto? Di chi avrò bisogno? Ho abbastanza voglia ed energie per gestire la nascita di un’impresa, anche piccola? Specie in fase di avviamento questo richiederà molto tempo e impegno, sia oggettive nel valutare tutto questo.

-Definite il vostro business, anche se piccolo, come se fosse una grande azienda. Chiaritevi le idee sul target, identificate i punti di forza del prodotto, abbozzate un business plan, fatevi affiancare da un professionista per scegliere la forma societaria da adottare. Insomma, pianificate qualsiasi cosa.

-Fate network, aiutatevi una con l’altra se avete amiche con cui condividete lo stesso sogno o un’idea diversa. L’appoggio di altre imprenditrici e delle persone a voi care che avete intorno è fondamentale per costruire e crescere sogni e famiglie.

Mi è subito piaciuta l’idea di far diventare questo articolo un racconto a più voci, nella speranza che potesse ispirare anche solo una di voi che leggete, o magari rincuorare qualcuna che proprio oggi pensa di non farcela.

Dopo questa lunga condivisione di pensieri, gioie e ansie, muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate. Qual è la vostra esperienza, se avete dei progetti in sospeso, curiosità e domande da fare a me, se l’essere mamma ha cambiato la vostra vita professionale e sì come. Scrivetemi e confrontiamoci, sarò felice di parlarne con ognuna di voi. Nel frattempo vi lascio il link con cui sbirciare la nuova collezione “La Sibilla”, il servizio fotografico sulle montagne con Giovanni al seguito rimarrà sempre nei miei ricordi più belli!