In molti mi chiedono cosa c’è dietro il mio mondo, cosa c’è dietro un’azienda come quella della Scarpetta di Venere, e io ci tengo a mostrarvi ogni aspetto di questo microcosmo che vivo ogni giorno. Dietro una semplice produzione di scarpe artigianali c’è una filosofia ben solida, che potremmo definire a Km zero, per scelta. Una scelta sostenibile per cercare di cambiare nel mio piccolo un mondo che non mi piaceva.
In passato accadeva che…
Ne ho parlato tante volte. Soprattutto quando ti ho raccontato della mia storia, in occasione dei dieci anni della Scarpetta di Venere. Lavoravo in fabbrica con i miei genitori, seguivo i conti e spesso davo una mano anche in produzione. Tanti sforzi, mille sacrifici, per poi vedere i miei genitori sempre più di malumore. La crisi era lì, col fiato sul collo. Io, mia madre, mio padre e mio fratello lavoravamo 12 ore al giorno ma senza i risultati sperati. Ogni giorno combattevamo l’angoscia dei mancati pagamenti, del recupero crediti e di conseguenza con l’ansia di non poter pagare lo stipendio a chi con noi lavorava ogni giorno.
Quando ho creato la Scarpetta Di Venere ho deciso di sovvertire le regole, perché fare da “terzista”, come si dice dalle mie parti, non portava né valore né soddisfazione. I grandi nomi hanno sempre affidato la produzione ai calzaturifici marchigiani, poi hanno cominciato a scegliere Paesi con manodopera a basso costo, cercando di risparmiare un po’ su tutti i fronti – anche quello umano.
Ho smesso di produrre per qualsiasi altro, non ero più un fornitore. Dopo tanti anni di passione, non potevo accettare più nulla di quei meccanismi che sembravano insuperabili. L’intero sistema si basa su logiche poco chiare e confuse: i passaggi non sono trasparenti e i processi troppo vaghi. Mettendomi nei panni di chi acquista, capisco che sia davvero difficile destreggiarsi alla ricerca di informazioni vere e attendibili, di prodotti di qualità e davvero Made In Italy. Sì perché, ad essere precisi, per Made in Italy si intende un processo in cui tutti i passaggi avvengono all’interno del territorio italiano. E garantirlo non è semplice, ecco cosa fa salire il valore dei prodotti che conservano questo marchio.
Per chi compra è difficile capire se davvero una scarpa racchiude la qualità che è stata promessa, soprattutto perché parliamo di un prodotto complesso che comprende tantissimi passaggi, di cui molti invisibili a occhio nudo.
La nuova filiera della Scarpetta di Venere
La mia piccola rivoluzione è partita così. Ho scelto i fornitori locali giusti che mi avrebbero accompagnato nel percorso. Utilizzo solo pellami che derivano dall’industria alimentare, la maggior parte sono conciati al vegetale, senza utilizzare prodotti chimici nocivi. Tingiamo spesso le scarpe a mano, cosa che è anche abbastanza divertente, devo ammetere.
La produzione avviene sempre in casa. A capo c’è mio fratello Gianluca, che coordina ogni fase. Alcune fasi sono affidate all’esterno, ad altri artigiani locali, come l’orlatura, una parte del taglio, piccole lavorazioni come la cucitura del fondo. Si tratta di piccole realtà con cui collaboro da anni, e ogni volta che consegno o ritiro merce è un piacere fermarmi a fare due chiacchiere.
Fa parte della rivoluzione, infatti, ristabilire rapporti di fiducia e relazioni vere, un’idea che sto applicando anche nella comunicazione.
Per garantire davvero la qualità che prometto alle mie clienti, ho scelto di produrre in piccole quantità. Ogni serie è limitata e una volta terminata, non viene più riprodotta con lo stesso pellame o stampa. È solo per questo che esistono le sezioni “in promozione” o “ultimi numeri”, perché non ho mai aderito ai saldi stagionali. Si tratta invece di calzature di cui rimangono pochi numeri e che finiscono in promozione perché non verranno più riprodotte.
Infine, per ritrovare il giusto equilibrio tra valore e qualità e far sì che le mie scarpette arrivino ad ognuno di voi con il giusto prezzo, ho eliminato ogni intermediario. Puoi trovare le scarpe che produco solo nei negozi a marchio Scarpetta di Venere, ovvero a Bologna e Sirolo. (Forse a breve anche altrove, ma non posso dire altro). Oppure, se la geografia ti è nemica, puoi sempre ordinare online!
Una scelta difficile, ma consapevole.
Così come accade per i prodotti alimentari, la filiera corta è un sistema di produzione e distribuzione che accorcia le distanze tra il produttore e il consumatore, permettendogli di toccare con mano la vera qualità al giusto prezzo. A questo infatti si aggiunge l’accessibilità: aumentando i passaggi il prezzo comincerebbe a salire e non tutti potrebbero permettersi una scarpa artigianale.
Spesso si parla di qualità come un valore, ma per me resta un fatto di percezione. Il mio obiettivo è mostrarvi il lavoro che c’è dietro l’opera di un artigiano, giustificando ogni passaggio.
Un passo per volta, accorciando le distanze tra noi ogni giorno.