Faccio questo lavoro ormai da tanti anni, senza considerare la mia infanzia e adolescenza tra i rumori assordanti dei macchinari e l’odore (o il profumo?) del mastice nell’azienda di famiglia.
Da bambina guardavo i miei genitori all’opera nella produzione di calzature, diventata una donna mi sono trasformata nella protagonista di questa storia (ne abbiamo già parlato qui!). Ogni volta che mi ritrovo a maneggiare un nuovo paio di scarpe mi fermo a riflettere sul suo ciclo di vita, anche in maniera abbastanza romantica.
Nel mese di Febbraio, in cui da sempre si celebra l’amore, non posso che condividere con voi una riflessione sulle tante coppie di scarpette che vengono fuori dal mio laboratorio e arrivano dritte tra le vostre mani, anzi, ai vostri piedi!
Per stare insieme bisogna essere simili… o no?
Quando parliamo di scarpe stiamo discutendo di un oggetto che nasce in coppia. In generale, non troverete mai una scarpa sola in vetrina, né potrete acquistarne una sola in un e-commerce. Se invece parliamo di scarpe artigianali, la questione diventa differente.
Una scarpa interamente realizzata a mano può presentare delle piccole differenze dalla sua consorte. Minuscole disuguaglianze che balzano agli occhi solamente di un occhio attento. Tutto questo è normale: è impossibile chiedere la perfezione formale ad un prodotto artigianale, anzi! La sua bellezza risiede proprio in queste piccole imperfezione che lo rendono veramente unico. Un scarpa prodotta in serie dovrà essere assolutamente identica e speculare a quella che troverete all’interno della stessa scatola, ma anche a quelle che le saranno accanto sullo scaffale del negozio in cui la state ammirando.
Il prodotto artigianale, per me, rappresenta la metafora perfetta dell’amore. Ogni paio è unico e solo le scarpe che compongono il paio stesso hanno esattamente lo stesso colore. Se osservate attentamente due paia di uno stesso modello troverete delle differenze anche ben visibili. Uno può risultare più chiaro l’altro più scuro, uno più sfumato, insomma non troverete la perfezione standardizzata in una scarpa artigianale.
Ma quando un giorno indosserete le vostre scarpette al parco e sedendo su una panchina vi fermerete ad osservarle, scoverete quelle minuscole ma deliziose differenze anche tra la destra e la sinistra che vi faranno immaginare le mani che, attraverso tutti i passaggi creativi, hanno realizzato il prodotto di cui vi siete innamorate.
Non esiste una scarpa artigianale identica all’altra, anche all’interno dello stesso paio. E forse in amore è proprio così.. si può essere simili, ma non identici. L’imperfezione rende la coppia veramente unica, l’incastro perfetto.
Aiuto, ho perso una scarpa!
Poi all’improvviso succede qualcosa che non ti aspetti. Quella coppia di scarpette che finalmente stava per essere conclusa e consegnata viene fuori con un difetto troppo evidente. Una proprio non si adatta all’altra, quella che prima era una lieve imperfezione adesso diventa un difetto imperdonabile. E lì succede che queste vengano separate per sempre, anche se destinate a stare insieme fin dall’inizio. Che ne sarà della scarpetta “sbagliata”? E poi.. chi stabilisce quale sia quella giusta? Chissà.. forse dovrei conservarle queste scarpette strane, una sorta di museo delle storie mai cominciate!
A volte mi è anche capitato di perdere una scarpa in laboratorio (ebbene si!). Nelle tante corse tra fornitori e clienti, capita che una scarpetta sparisca nel nulla. Spesso succede che faccia la sua ricomparsa proprio nel momento in cui era appena stata sostituita, ma a volte proprio non ricompare. Lì la mia fantasia parte verso mondi inesplorati. Che fine avrà fatto? Dove sarà arrivata?
Forse queste riflessioni vengono naturali quando ami così tanto il tuo lavoro da considerarne ogni minima sfumatura e amarne ogni aspetto. Febbraio è il mese dedicato all’amore e io ho voluto celebrarlo utilizzando le mie più grandi passioni: le scarpe e l’artigianato.
A voi è mai capitato di fantasticare su dove siano finite le scarpe sparite dal vostro armadio? 🙂