Le vostre storie: il matrimonio di Martina & Gabriele

Il 2020 non è stato un anno semplice, per nessuno. In un contesto caratterizzato dall’incertezza, sono state tante le coppie che avrebbero voluto dirsi di sì ma che purtroppo hanno dovuto annullare le loro nozze. Quello che prima sembrava normale – scegliersi, darsi appuntamento all’altare, festeggiare insieme agli amici di sempre e alla famiglia – sembrava essersi trasformato in un’impresa impossibile. 

I danni per il settore wedding sono stati tantissimi: secondo Federmep – Federmatrimoni ed eventi privati – dall’inizio della pandemia alla fine del 2020 sono stati cancellati circa 65mila matrimoni e circa 200mila eventi di altra natura. La perdita, probabilmente sottostimata, è di circa 20 miliardi di euro e comprende non solo location e vestito della sposa, ma decine di lavoratori che operano nel settore. 

I danni non riguardano, però, solo il settore, ma anche per le coppie che avevano già programmato l’evento e versato i vari anticipi e le caparre. 

Tra un decreto e l’altro, l’ansia cresceva e la speranza crollava. Alcune coppie, però, non hanno mollato. Tra queste ci sono Martina e Gabriele, di Macerata. 

Per Martina ho realizzato una versione personalizzata del modello Noce, seguendo la sua richiesta (aveva proprio le idee chiare!). La scarpa era realizzata con due materiali: pellame nude delicato sul tacco e sul tallone e tessuto glitter luminoso sulla punta. Una scarpetta dalla doppia anima che dava luce all’abito. 

Questa è la loro storia. 

Martina e Gabriele si sono sposati il 12 settembre 2020, in una splendida masseria pugliese. 

Il primo incontro con Gabriele risale a moltissimo tempo fa, quando io ancora ero una bambina di 9 anni e lui una matricola universitaria arrivata da una piccola frazione del Salento, che finì per frequentare il bar di proprietà di mio padre.

Mia madre, inguaribile romantica, afferma che già ai tempi avessi una cotta per lui, ma io ovviamente non ricordo nulla, avevo solo 9 anni e non sapevo neanche cosa fosse l’amore.

Il seguito potrebbe sembrare quasi fiabesco, ma 15 anni dopo ci ritrovammo grazie ad una scarpetta “smarrita”. Quell’estate ero tirocinante nell’ufficio stampa del festival d’opera della mia città e a pochi giorni dall’inizio mi accorsi di aver dimenticato a casa di un’amica le scarpe da indossare nelle occasioni eleganti. I tempi erano strettissimi, il giorno dopo ci sarebbe stata la prima e lei sarebbe partita per le vacanze. L’unico modo per recuperare le scarpe sarebbe stato suonare al silenzioso ragazzo del piano di sotto al quale aveva lasciato in custodia il pacco.
Il caso volle che quel ragazzo fosse Gabriele, la timida matricola col cappellino incontrata tanti anni prima.

Da lì nacque, poco alla volta, quello che cinque anni dopo abbiamo sigillato con un “Sì”.

La scelta del luogo in cui sposarci non ha destato alcun dubbio, sapevamo già dove senza neanche dircelo. La campagna salentina, da una parte ulivi secolari che intrecciati tra loro, dall’altra distese di filari di vigneti e pale di fico d’india appoggiate a muretti a secco lungo le strade. Paesi piccoli, dalle case per lo più bianche, con tetti piatti da dove poter perdere lo sguardo in quella che sembra una pianura infinita. Uno tra i nostri punti in comune che più amo. I luoghi in cui Gabriele è nato e dove io ho passato la mia infanzia nella casa paterna dei miei nonni. 

Certo, sposarsi proprio l’anno in cui è esplosa una pandemia globale non rientrava nei nostri programmi. A circa 9 mesi dalla data prestabilita iniziava a circolare la notizia di un virus che di lì a breve avrebbe sconvolto quasi completamente le nostre vite. 
I mesi di attesa e di incertezza sono stati moltissimi, l’umore altalenante. 
Passavamo dalla positività e voglia di pensare ai dettagli e preparativi, a giorni di crisi in cui dover rimandare a chissà quando sembrava l’unica cosa possibile. 
Penso in fondo che la nostra fortuna sia stata doppia: non solo siamo riusciti a celebrare le nostre nozze in un anno così difficile, ma siamo riusciti anche a non dover rimandare di un solo giorno la data scelta molti mesi prima che tutto iniziasse.

Dopo un primo mese più difficile, infatti, abbiamo deciso di sfruttare positivamente il tempo in casa, iniziando così a progettare e realizzare con le nostre mani tutti i dettagli del nostro matrimonio. 

Per prima cosa il tema, il fil rouge della giornata sarebbe stato in sintonia con il luogo scelto, cosa poteva esserci di più bello?! L’ulivo, con le sue radici, il protagonista, accompagnato da tutto l’insieme di piante e alberi che popolano le terre del sud della puglia.

Da lì intere nottate passate al computer per realizzare partecipazioni, cercare le bottiglie perfette da riempire con l’olio preso da un piccolo “furese” (contadino) della zona, segnaposto, confetti, ceralacca e sigilli. Il tempo da quel momento in poi è volato e ci siamo ritrovati così a giugno quando finalmente sembrava che il mondo ricominciasse a girare, ma non era ancora chiaro se e come avrebbero lasciato celebrare le nozze. 

A quel punto poco ci importava, noi saremmo andati comunque avanti.

Altro punto imprescindibile nell’organizzazione del matrimonio: le mie “scarpette”.
Ho avuto il piacere di conoscere Alice e la Scarpetta di Venere qualche anno fa, attraverso una mia cara amica, Cristina.

Nonostante non sia mai stata un’appassionata di scarpe, le creazioni di Alice hanno avuto su di me un effetto travolgente. In tempi ancora non sospetti, scherzando con la mia amica dissi che il giorno del mio matrimonio ne avrei avuto un paio tutto per me. E così è stato!

Alice è stata disponibilissima, con videochiamate durante il lockdown per discutere della realizzazione della scarpa, per decidere modello, colori, materiali, ogni dettaglio. 
La scarpa dei tuoi desideri realizzata su misura per te, praticamente un sogno ad occhi aperti!

La mia scelta è ricaduta sul modello Noce, che ho scelto di personalizzare: le immaginavo proprio così, quel dettaglio luminoso che poi definire dettaglio è davvero riduttivo. Sono così belle che il loro destino non è assolutamente quello di finire relegate per sempre nella scatola dei ricordi. Attendo con ansia il momento di poterle rimettere ai piedi per festeggiare magari il giorno speciale di qualche altro innamorato. 

Il consiglio che vorrei dare alle coppie che avevano e hanno programmato il loro grande giorno in questo anno ancora così difficile e incerto, è quello di non lasciarsi demoralizzare e non perdere lo spirito che dovrebbe accompagnarli fino al giorno dello scambio delle promesse. 

Di sentirsi fortunati di poter avere per la testa un pensiero che li accompagnerà con il sorriso, immaginando dettagli, scene e momenti di quel giorno davvero magico. 

Ti è piaciuta la storia di Martina e Gabriele?

Sei anche tu una sposa del 2020 che aspetta ancora di celebrare il suo matrimonio? O sei riuscita a non stravolgere i tuoi piani?

Mi piacerebbe molto ascoltare la tua storia e condividerla qui, nel mio blog. Potresti essere l’ispirazione giusta per una nuova sposa! Scrivi a alice@scarpettadivenere.it

Se invece stai cercando proprio la scarpetta per il tuo matrimonio, puoi sbirciare qui.