

Soffio di madre

Soffio di madre
Un progetto nuovo, che parla di me e di voi. “Soffio di Madre” nasce dalla voglia di raccontare cosa è significato per me diventare madre, cosa significa esserlo oggi, cosa ho scoperto con la mia esperienza, soprattutto di quegli aspetti di cui nessuno mi aveva mai parlato. È un’idea nata per raccontare quanto sia cambiata la mia vita, e quanto coraggio e determinazione siano necessari per essere madre.
Perché soffio di madre?
Il soffione è sempre stato uno dei miei fiori preferiti. Da bambina, quando passeggiavo con i miei in campagna, mi divertivo a cercali, per poi soffiarci sopra esprimendo un desiderio. Da adulta, ho acquisito una nuova visione. I semi sembrano rappresentare perfettamente la fase di distacco della madre dal proprio bambino. Inizialmente, sono legati al pappo, la loro appendice soffice, e sembra non vogliano staccarsene. Pian piano si lasciano poi trasportare dal vento, dapprima timoroso, man mano sempre più impavidi, pronti a intraprendere un nuovo viaggio, a sperimentare nuove avventure. Superata la paura, si lasciano andare al flusso della vita, pronti a generarne di nuova. Per questo è inevitabile, per me, associare questo fiore all’idea che ho della genitorialità.


Un progetto nuovo, che parla di me e di voi. “Soffio di Madre” nasce dalla voglia di raccontare cosa è significato per me diventare madre, cosa significa esserlo oggi, cosa ho scoperto con la mia esperienza, soprattutto di quegli aspetti di cui nessuno mi aveva mai parlato. È un’idea nata per raccontare quanto sia cambiata la mia vita, e quanto coraggio e determinazione siano necessari per essere madre.

Perché soffio di madre?
Il soffione è sempre stato uno dei miei fiori preferiti. Da bambina, quando passeggiavo con i miei in campagna, mi divertivo a cercali, per poi soffiarci sopra esprimendo un desiderio. Da adulta, ho acquisito una nuova visione. I semi sembrano rappresentare perfettamente la fase di distacco della madre dal proprio bambino. Inizialmente, sono legati al pappo, la loro appendice soffice, e sembra non vogliano staccarsene. Pian piano si lasciano poi trasportare dal vento, dapprima timoroso, man mano sempre più impavidi, pronti a intraprendere un nuovo viaggio, a sperimentare nuove avventure. Superata la paura, si lasciano andare al flusso della vita, pronti a generarne di nuova. Per questo è inevitabile, per me, associare questo fiore all’idea che ho della genitorialità.






Le scarpette della collezione “Soffio di madre”
Questa micro-collezione si compone di un solo modello, in diverse varianti colore. È l’iconica scarpa con “gli occhietti”, i due piccoli buchi sul davanti, una semplice caratteristica che ha fatto innamorare grandi e piccoli. La Scarpetta con gli occhietti è disponibile in due versioni: una in pelle e l’altra interamente realizzata con materiali privi di origine animale.
Entrambe hanno la tomaia cucita sul fondo in cuoio, con la tecnica ideal. La scarpetta in pelle è disponibile in 5 colori: verde, bordeaux, ghiaccio, nero e bottalato cielo. La versione realizzata con materiali ecologici ha la tomaia in fibra di cactus color nero, una fodera interna in bambù e il fondo in para naturale.
La collaborazione con Eureka The Original
Soffio di Madre mi ha permesso di collaborare con una realtà storica tutta marchigiana: Eureka The Original. L’azienda di Montegranaro produce scarpe da bambino personalizzabili, tutte con lavorazione ideal. Insieme, abbiamo realizzato una collezione parallela: per ogni scarpetta da donna realizzata da noi esiste una scarpetta uguale, da bambina o bambino. Una coppia nata per camminare insieme.
Come nasce il sandalo con gli occhietti?
La storia mi è stata raccontata da Eureka The Original.
Nel 1878 nasce a Milano l’Antica Calzoleria Eureka, grazie a Mario Forzinetti e alla sua famiglia. L’artigiano aveva commissionato a un illustre pediatra dell’epoca la creazione di una forma di legno che avesse tutti i requisiti e le caratteristiche adatti al piede di un bambino. Iniziò così la produzione di un sandaletto con due piccoli fori sul davanti. A prima vista sembravano proprio due occhietti! Quei sandalini ebbero un successo così grande che da quel momento vennero chiamati da tutti il “sandalo due occhi”. L’idea era così nuova da sembrare quasi un’invenzione, così le persone cominciarono a chiamarli Eureka!
Negli anni ’70 quell’azienda produceva ormai solo scarpe da uomo. Venne acquistato dalla famiglia Medori di Montegranaro, che tutt’oggi è alla guida di questa azienda. La cucitura ideal, utilizzata per queste scarpe, è una delle lavorazioni più complesse nel nostro mondo. È una costruzione manuale, ma certamente la più “ideale” e funzionale per le scarpe dedicate ai più piccoli.



Le scarpette della collezione “Soffio di madre”
Questa micro-collezione si compone di un solo modello, in diverse varianti colore. È l’iconica scarpa con “gli occhietti”, i due piccoli buchi sul davanti, una semplice caratteristica che ha fatto innamorare grandi e piccoli. La Scarpetta con gli occhietti è disponibile in due versioni: una in pelle e l’altra interamente realizzata con materiali privi di origine animale.
Entrambe hanno la tomaia cucita sul fondo in cuoio, con la tecnica ideal. La scarpetta in pelle è disponibile in 4 colori: verde, bordeaux, ghiaccio, nero e bottalata cielo. La versione realizzata con materiali ecologici ha la tomaia in fibra di cactus color nero, una fodera interna in bambù e il fondo in para naturale.


La collaborazione con Eureka The Original
Soffio di Madre mi ha permesso di collaborare con una realtà storica tutta marchigiana: Eureka The Original. L’azienda di Montegranaro produce scarpe da bambino personalizzabili, tutte con lavorazione ideal. Insieme, abbiamo realizzato una collezione parallela: per ogni scarpetta da donna realizzata da noi esiste una scarpetta uguale, da bambina o bambino. Una coppia nata per camminare insieme.
Come nasce il sandalo con gli occhietti?
La storia mi è stata raccontata da Eureka The Original.
Nel 1878 nasce a Milano l’Antica Calzoleria Eureka, grazie a Mario Forzinetti e alla sua famiglia. L’artigiano aveva commissionato a un illustre pediatra dell’epoca la creazione di una forma di legno che avesse tutti i requisiti e le caratteristiche adatti al piede di un bambino.



Iniziò così la produzione di un sandaletto con due piccoli fori sul davanti. A prima vista sembravano proprio due occhietti! Quei sandalini ebbero un successo così grande che da quel momento vennero chiamati da tutti il “sandalo due occhi”. L’idea era così nuova da sembrare quasi un’invenzione, così le persone cominciarono a chiamarli Eureka!
Negli anni ’70 quell’azienda produceva ormai solo scarpe da uomo. Venne acquistato dalla famiglia Medori di Montegranaro, che tutt’oggi è alla guida di questa azienda. La cucitura ideal, utilizzata per queste scarpe, è una delle lavorazioni più complesse nel nostro mondo. È una costruzione manuale, ma certamente la più “ideale” e funzionale per le scarpe dedicate ai più piccoli.